Ma quanto è incredibilmente bella Ibiza, un’isola effetto wow
Le nostre piccole iene da viaggio non rinunciano a portare i trolley, chiaramente inciampandosi, facendoli cadere a terra più di qualche volta, lottando tra fratelli per chi porta una o l’altra. E’ la solita tiri tera di una partenza familiare, eccitazione, un pizzico di timore per l’aeroplano, la voglia di scoprire una nuova meta. Siamo in anticipo, un po’ di sala d’aspetto e poi l’imbarco, tutto ok, l’emozione di vedere le nuvole proprio fuori dal finestrino rapisce anche i bambini più timorosi, magari ispirandogli un sonnellino. Ibiza arriviamo!
Atterrare su di un’isola è sempre affascinante, la si vede piccolina dall’alto e poi si scende su questa pista sproporzionata rispetto alla dimensione. Nel parcheggio dell’aereoporto ci attende la navetta del noleggio auto, ci porta al parcheggio in 5 minuti e ci consegna una berlina Toyota invece della Panda che abbiamo prenotato, un po’ di culo non fa mai male!
Destinazione Sant Eulalia del Rio, la località turistica a nord dell’isola di Ibiza si chiama così perché da lì passa l’unico fiumiciattolo presente, un mix di alberghi e case bianche con una spiaggia proprio di fronte al centro del paese. E’ qui che ci fiondiamo dopo avere posato le valigie al Residence Casa Luis, un albergo con camere ed appartamenti, semplice ma carino, poco fuori dal centro della cittadina. Sabbia, mare, nuvole, naaaaa, va beh, è aprile e ci può stare, il posto è carino però!
Il nostro primo impatto con Ibiza ci piace, poco distante dall’hotel, saranno 300 metri, c’è pure un supermercato di buone dimensioni, Eroski è l’insegna, dove ci riforniamo per benino e possiamo prepararci la cena nel nostro appartamento, bimbi liberi e per noi un po’ di relax post viaggio.
Ibiza (isola iscritta nel patrimonio dell’unesco) è il nome dell’isola, ma così si chiama anche il centro principale dell’isola, ed è qui che ci dirigiamo dopo colazione al mattino del secondo giorno. Lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento quasi di fronte all’attracco dei ferry per le altre isole delle Baleari e ci dirigiamo verso la fortezza Dalt Vila. Si tratta di una delle due più grandi città fortezza antiche (Valletta a Malta è l’altra), ed è un vero spettacolo. Ma per quale ragione per anni ed anni ho pensato ad Ibiza unicamente come al centro del mondo della vita notturna ignorando questo aspetto culturale non da poco? Cattiva informazione, per fortuna che ci sono i travel blogger ;). Alla fortezza si accede dalla cittadina antica alle sue pendici, lungo strade pavimentate in pietra e diversi attraversamenti di passaggi, mura. Il percorso verso la vetta è lunghetto, i piccoli ce li carichiamo in spalla più di qualche volta, ma quando arriviamo in cima il panorama sul mare e sulla baia è stupendo, certamente ripagante.Di questa meta sono da gustare le case antiche della cittadina con le loro facciate bianche, i contrasti dei colori, specie se c’è un cesto di frutta appoggiato fuori da una locanda.
Mangiamo da KFC in centro ad Ibiza, ci facciamo bruciare la bocca dal pollo piccante non capendo esattamente quali erano le porzioni più piccanti e quali meno. Il tempo si mette al bello è mettiamo il navigatore verso l’interno dell’isola, andiamo a scoprire un po’ di affascinanti chiese bianche. Nate un po’ da protezione per gli abitanti delle località minori sono veramente spettacolari con le loro sagome semplici che si stagliano sul cielo azzurro intenso, talvolta striato da qualche nuvola bianca, tra cornici di muri in pietra faccia a vista. Sono una più bella dell’altra, 5 stelle plus come attrazione sull’isola di Ibiza, anche se noi non diamo stelle 😉
Terzo giorno ad Ibiza, colazione in albergo e poi via verso il primo dei mercatini dei quali abbiamo tanto sentito parlare. Ibiza è famosa per essere stata colonizzata da una folta tribù di hippies negli anni ’60, andiamo a scoprire cosa è rimasto di questa migrazione.
Il mercatino di Las Dalias a Sant Carles a Ibiza si raccoglie parte all’interno, parte nel giardino e nel piazzale vicino al ristorante omonimo. E’ un mix di bancarelle dove si vende un po’ di tutto in stile tipicamente hippy, tamburi, scialle, vestiti, bigiotteria, qualche creazione artistica artigianale, musica di sottofondo, atmosfera hippie anche se oggettivamente, quando vedo arrivare i pullman che scaricano frotte di turisti, ho l’impressione che sia più un baraccone da spettacolo per nostalgici e curiosi che un mercatino hippie vero e proprio. I bambini adorano girare in questo mondo colorato e ricco di suoni, ci sono anche dei giochini in giro tra i banchi, restando poi folgorati da un artista che dipinge dei quadri su cartoncino con semplici attrezzi di riciclo e delle bombolette spray.
Durante la nostra permanenza sull’isola visitiamo anche i mercatini di Es Canar e Punta Arabi, quest’ultimo è forse quello che ci piace di più. Quello che consideriamo invece il vero mercatino hippy dell’isola che nulla ha di turistico è il mercadillo dell’ippodromo anche detto Mercadillo di San Jordi, un car boot market dell’usato dove c’è gente vera, pochi turisti ed un’atmosfera magica. Oggetti usati di tutti i tipi e fogge, gente coloratissima, diversa ed al tempo stesso unita da una filosofia, quella della Isla Blanca. Da non perdere!
Quarto, quinto e sesto giorno a Ibiza li passiamo alla scoperta della meraviglia tra cale e spiaggie di sabbia affacciate su di un mare cristallino. Cala Llonga, Cala Llenya, Portinatx, Cala d’Hort, Ses Salines, sono quelle alle quali ci dedichiamo, ma per scoprire la bellezza di quest’isola ci vorrebbe più di una settimana, il tempo è tiranno e domani si parte.
Ibiza l’abbiamo trovato molto più family friendly di quello che ci aspettavamo, specialmente la parte nord dell’isola è un luogo stupendo per chi ci viene con i bambini. Natura, tanto verde, specialmente all’interno (da non perdere i paesini con le chiese tutte bianche), cale fantastiche, un mare da paura (nel senso buono), la gente simpatica, soprattutto l’atmosfera “da vacanza” della quale è permeata, mi viene da dire “quando torniamo Giulia?”