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Festa di paese nei cortili di Mel

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La vita di campagna di un tempo in una festa di paese per le famiglie a Mel, Belluno

E’ quello che nei paesini si chiama il “dì di festa”, oggi a Mel arrivano migliaia di persone, c’è Mele a Mel, l’evento dedicato al mondo dell’agricoltura che ogni anno ritorna in questa cittadina veneta il secondo fine settimana di ottobre. Ma al di là del nome della manifestazione, dove il gioco di parole pare richiamare quello della cittadina ed invece ha tutt’altra origine, i gemelli (zumelle) erano anticamente i castellani del luogo, è una festa dedicata a tutto il mondo dell’agricoltura, un evento che coinvolge da diversi anni tutta la popolazione della località.

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Mel si raccoglie intorno alla sua piazza centrale, con la chiesa neoclassica che la domina dall’alto del lieve pendio che caratterizza questo spazio. Palazzi signorili la delimitano, come quello dell’Antica Locanda Al Cappello, che sarà la mia casa per un giorno. I camini alti e con il comignolo decorato sono la caratteristica di questi palazzi, alti per garantire il tiraggio, decorati forse solo per vezzo, ma è veramente un belvedere.

Mele a Mel, parte dalla piazza del paese dove, in numerose bancarelle, fanno bella mostra di sé oggetti d’artigianato, alimentari come formaggi e salumi, chioschi enogastronomici. Ma la festa vera di Mel sta all’interno dei cortili delle case. Originariamente centro dell’attività artigianale ed agricola delle famiglie locali, questi spazi all’aperto oggi rivivono grazie a questa manifestazione. In genere si accede attraverso un passaggio con la volta a botte, all’interno un grande spiazzo, a volte pavimentato a volte lasciato a prato. C’è il pozzo, che serviva un tempo ad assicurare l’approvvigionamento idrico, le case tutto intorno con le finestre in legno, i porticati, le scale in pietra per accedere all’edificio padronale.

C’è tanta vita oggi in questi cortili, ogni associazione cittadina, una sorta di contrada, si occupa di organizzare la festa all’interno del proprio cortile, così ognuno è diverso dall’altro. C’è sempre un gruppo che suona, un chiosco che prepara quello che oggi chiamiamo “street food”, carne alla griglia, salsicce, pure un dolce tipico, Buzola’ della Cresima, un pan dolce cotto fatto a mano e cotto sulla griglia, fantastico! Ogni cortile racconta una storia diversa. C’è quello con gli artigiani che lavorano come cento anni fa, chi fa le sedie in paglia, chi sgrana il mais, l’anziana che prepara i gnocchi sulla tavola di legno. C’è il cortile con gli artigiani del legno, quello dove si racconta la lavorazione della canapa, forse non ce ne ricordiamo ma si usava sino a qualche tempo fa pure per fare vestiti e lenzuola, c’è la corte con gli animali della fattoria, dove si spiega la lavorazione della carne ed è possibile incontrare mucche (assistendo pure alla mungitura a mano), conigli e galline. Ma c’è anche il cortile con il teatro, quello dove, come in una macchina del tempo, si torna agli anni 50, vestiti in tema, musica e danze con le gonne larghe su di una pedana di legno, come nelle balere di un tempo, o l’esperienza del cinema in bianco e nero dove Don Camillo e Peppone sono sul cartellone. In giro per le case di paese ancora artigiani come il fabbro di paese, quello che faceva i lampioni più grandi del solito perché diceva che dovevano fare più luce, anziane tessitrici, una piccola rievocazione storica medioevale con i figuranti del castello di Mel, candele fatte a mano e dolci tipici della festa.

 

Mele a Mel ti mette di buon umore. Entrare ed uscire da questi cortili è sempre una nuova scoperta, un percorso nella nostra storia, in quella più vera. Conoscere come si distilla la grappa con un macchinario semplice semplice (a scopo dimostrativo chiaramente), vedere un bimbo che scrive con il pennino su di un banchetto in legno di inizio secolo, sono emozioni che ti catturano, ti fanno innamorare di questo luogo che pare, magicamente, tornato indietro nel tempo, quando si correva un po’ meno, quando la vita aveva ritmi forse più adatti alle persone, dove però la durezza della vita di ogni giorno si misurava con la fatica ed il lavoro, specie in terre di montagna come queste.

Mele a Mel è un appuntamento da non mancare, di fatto è un evento molto frequentato, sabato e domenica le stradine e la piazza del borgo sono gremite di gente e di famiglie intere, la sera si riuniscono nel grande tendone per assaggiare le specialità locali (buonissime come la pasta del bosco e la tagliata). Tutta gente che arriva qui per vivere questa esperienza dove tradizioni del territorio e cibo genuino sono protagonisti. A Mel vorrei tornare anche fuori dal dì di festa, è un paesino che ha molto da raccontare, c’è il castello, il territorio nei dintorni da scoprire, magari in bicicletta, una destinazione da mettere in nota.

Perché andare a Mel, Belluno, con i bambini

Innanzitutto perché le feste sono aggregazione, ed i bimbi adorano stare in compagnia, poi perché Mel è una festa di paese dove la famiglia è protagonista. I piccoli ed i ragazzi adorano vedere gli artigiani al lavoro, scoprire come si fanno le cose, non solo come si comprano, conoscere gli animali, mangiare nel tendone con le lunghe tavolate di legno o all’aperto dei cortili, esplorare e conoscere, vivere questo evento apprendendo nuove cose, tutto come fosse un gioco.

Alloggiare all’ Antica locanda Al Cappello a Mel, Belluno

Dormire all’antica locanda al Cappello è un’esperienza da non mancare. Si affaccia sulla piazza principale del paese con la vista delle Dolomiti sullo sfondo. E’ un edificio storico interamente ristrutturato con gusto e glamour, arredamento di gusto, pietra a vista, atmosfera rurale e chic nel contempo. C’è il cortile giardino interno con i tavoli all’aperto dove starsene ad apprezzare la magia del luogo, la taverna per un bicchiere di buon vino, il ristorante di un certo livello ai piani superiori. Le camere sono ampie ed arredate in stile, affreschi alle pareti ed un bel camino in pietra rendono magico vivere questo luogo, anche se solo per uno o un paio di giorni.

La mostra “Gli anni delle guerre e delle ricostruzioni” a Mel, Belluno

Fino ad inizio gennaio a Mel è possibile visitare un’interessante mostra che ripercorre la pittura italiana tra le due grandi guerre ed i relativi periodi di ricostruzione. Le opere di grandi pittori come De Chirico, Tomea, Campigni, Simonetti, Tancredi, Fontana, Manzoni, Afro Basaldella e Severini, tutte provenienti da collezioni private e quindi difficilmente apprezzabili nuovamente tutte assieme, tutte in un unico luogo, raccontano del percorso della pittura italiana dal figurativo sino al modernismo. I lavori esposti mi hanno sinceramente stupito per qualità, alcuni pezzi sono incredibilmente belli, peccato si possono portare a casa solo nel catalogo della mostra. Ho apprezzato pure il percorso espositivo, in particolar modo le sale con pavimento alla veneziana di questo palazzo d’epoca. La mostra si conclude con un taglio sulla tela rossa di Fontana, autore a volte contestato per l’estrema semplicità delle composizioni ma che io ho trovato affascinante nei dettagli: la contro-tela nera di sfondo ed i bordi accartocciati sul taglio. Mostra da non perdere.

Come arrivare a Mel, Belluno

Arrivare a Mel sulle Predolomiti venete in auto è abbastanza semplice, quasi tutto autostrada, da Venezia-Mestre si prende l’A27 ed in meno di un’oretta, uscendo e passando proprio sotto Belluno, si è a destinazione.

 

2 Comments

  1. Marina says

    Ola, adorei a matéria. Saberia dizer se o festival ainda está acontecendo, mesmo após a pandemia? Estarei na cidade no final de setembro de 2022 e queria saber se o festival vai estar acontecendo. Obrigada

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