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Design da viaggio

design da viaggio

Il design che ci fa star bene anche in viaggio

Cosa è che ci fa sentire “come a casa” o forse “meglio che a casa” quando siamo in viaggio, ospiti di un hotel, un b&b o semplicemente in un appartamento?

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Non è una cosa sola, solitamente è un mix intelligente di servizio, cortesia e ambiente. Mi soffermo su quest’ultima parola. Anche l’ambiente non è una cosa sola, ma un mesh up di elementi che rendono il luogo che ci ospita unico, e l’esperienza spesso indimenticabile.

design

design dello spazio pubblico della struttura

Durante il nostro ultimo viaggio in Olanda, dopo un fine settimana ad Amsterdam, ci siamo fermati un paio di notti a Utrecht, una città di medie dimensioni con un carinissimo centro storico sui canali, tipico olandese. Abbiamo dormito allo StayOkay proprio in centro, un ostello recentemente inaugurato con un concept design totalmente innovativo. Lo voglio prendere ad esempio perché mi ha stupito in positivo e penso sia la struttura che maggiormente si avvicina per design al mio concetto di viaggiatore contemporaneo.

Lo StayOkay Utrecht Centrum stupisce già dall’ingresso, una grande sala con una specie di gradinata in legno con cuscini, le biciclette da un lato, un grande schermo dall’altro. Con l’ascensore, o per chi preferisce con le scale, si accede al primo piano, cuore pulsante della struttura, oppure alle camere e ai locali di servizio. La zona d’ingresso è il luogo dove incontrarsi prima di partire all’esplorazione della città, dove sedersi a studiare la mappa presa dall’espositore, una specie di filtro tra il dentro e il fuori, un invito a conoscere di più questo ostello così particolare.

La grande sala al primo piano è un ambiente multifunzione. Innanzitutto è un luogo aperto sia agli ospiti della struttura che agli esterni. Si viene qui per lavorare in una specie di co-working, per mangiare qualcosa che ha preparato lo chef in cucina o bere un the, per parlare, studiare o per fare una riunione di lavoro.

L’arredo dell’ambiente è caratterizzato da un amalgama di elementi diversi che si integrano sapientemente tra loro. Ecco allora i banchi con gli sgabelli alti, i tavoli tradizionali e quelli rotondi, anche di ampie dimensioni per stare assieme anche in gruppi di persone, una parete dedicata al risparmio dell’acqua colorata da tante bottiglie di plastica, comodi divani e tappeti moderi per creare delle aree relax, una stanza con pareti di vetro per le riunioni dove spicca un enorme monopoli verticale.

Ci sono le prese per ricaricare pc e smartphones, il buffet con lo spazio bar, e la cucina con un grande bancone piastrellato, la minuscola reception che si riconosce più che altro per la scritta rossa al neon, il wifi è open, poteva essere diverso? E ancora il banco con le piantine con la menta, dove prendersi le foglioline per farsi un infuso, un lampadario diffuso con le sagome della coniglietta Miffy, il suo creatore è originario proprio di Utrecht.

C’è molto colore in questo ambiente, armonia, la si percepisce, è un luogo dove si sta bene, per lavorare o semplicemente per stare con gli altri, tra un caffè è un nuovo post sul notebook. Tante le piante in giro, il verde concilia lo stare bene.

Lo spazio lounge dell’ostello si connette con la zona notte ai piani superiori tramite una specie di cortile interno, da ogni piano infatti ci si può affacciare verso il basso su una balconata protetta da una rete colorata di corde.

Gli spazi comuni della zona notte e le camere rispecchiano lo stile generale della struttura turistica. Uso di colori funzionali, comunicazione testuale con scritte al neon e cartelli dove non ci si limita a indicare i numeri di camera ma si legge, per fare un esempio ,“manca poco per la nanna”.

In camera il minimalismo la fa da padrone, ma non è un male. L’armadio è uno stipetto di metallo o un baule con l’anta a ribalta, il lavabo è a vista mentre doccia e toilette sono dietro due porte rosa.

StayOkay Utrecht Centrum faccio a fatica a chiamarlo ostello perché non è paragonabile al comune immaginario che abbiamo noi italiani di un “ostello”, camerata, branda e stipetto. Mi piace definirlo più come un nuovo concept di ospitalità per il turismo, dove si mescola la funzione di un co-working a quella di un bar, con il ristorante e l’hotel boutique. Di fatto il feeling è positivo, è un luogo che ti dispiace lasciare perché è nella tua dimensione, perfetto per gli studenti ma anche per dei professionisti del terzo millennio, come per una famiglia o una coppia. Il design è ospitalità.

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